Cinofalgia dall'Oriente

“ Il cane viene trascinato fuori dalla gabbia, dove per giorni è stato tenuto prigioniero. Ha una corda intorno al collo, che si stringe sempre più per evitare ogni possibile difesa. Gli viene infilata in bocca una barra metallica, collegata ad un generatore di corrente. Per un ora intera il corpo del cane viene torturato con scariche elettriche e ustionato con una fiamma ossidrica che brucia il pelo. Poi, ancora vivo, verrà scuoiato secondo gli usi locali, cucinato e mangiato.”

Questo succede in Cina, Corea, Vietnam e verosimilmente, in altri paesi asiatici.
Perché tutto questo?
Semplice: secondo una superstizione popolare, ancora oggi largamente diffusa fra molte popolazioni dell’Estremo Oriente, la carne di cane ad alto contenuto di adrenalina è un potente afrodisiaco.
Non tutti sanno però che non procurerà lunghe ore di piacere, ma solo un’intossicazione organica, che può favorire molte malattie.
Infatti la carne di cane, contiene un alta quantità di adrenalina che è tossica.
La sorte atroce descritta sopra, tocca a milioni di cani ogni anno, nei paesi asiatici per essere mangiati. Non ci sono distinzioni di razza, dai poveri “Bastardini”, ai Dalmata, che passati di moda, vennero abbandonati da numerose famiglie negli U.S.A. (importati in Oriente), ai Mastini Tibetani, i cani della Mongolia, fino ai S. Bernardo svizzeri. Di questi ultimi, esistono allevamenti vicino a Pechino, a Taiwan, venduti in Cina e altrove.
Se si riuscisse a sensibilizzare l’opinione pubblica, mondiale, forse si potranno fare delle leggi che tutelano i diritti di questi poveri cani.
Le motivazioni che hanno indotto la Cina alla scelta di questa razza (S. Bernardo) è solo perché sono di grossa taglia, cucciolate numerose, e crescita veloce. Ottimi per trarne guadagno!

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